Si riunirà domani in Prefettura il tavolo per l'università convocato dal Prefetto dott UMBERTO GUIDATO in seguito alla richiesta avanzata dagli 8000 cittadini che hanno sottoscritto il documento programmatico del CQV CULTURA JONICA E BENI CULTURALI.

E proprio il corso di laurea soppresso sarà l'occasione per il confronto di domani, un confronto che se dovrà dare risposte sul futuro della formazione in beni culturali non potrà non affrontare le "criticità"  del sistema universitario jonico a cominciare dal patto scaduto da ottobre 2013.

Il CQV presenterà una "declinazione operativa del documento Cultura jonica e beni culturali" con l'auspicio che al tavolo di domani seguano incontri di approfondimento per pervenire alla stesura di un nuovo PATTO PER LO SVILUPPO E IL CONSOLIDAMENTO DEL SISTEMA UNIVERSITARIO JONICO.

Il CQV, peraltro, continuando nella sua azione propositiva ha incontrato nei giorni scorsi il presidente di confagricoltura.

Qualificare l’offerta formativa dell’Università di Taranto, soprattutto quella post lauream. E’ quanto emerso nel recente incontro tra il presidente del Comitato Qualità della Vita, prof. Carmine Carlucci, la sua collaboratrice Anna Maria La Neve, e il presidente di Confagricoltura Taranto, Luca Lazzàro.

La riunione è partita da una riflessione generale sullo stato dell’Università a Taranto, anche con riferimento alla raccolta di 8mila firme, promossa proprio dal Comitato per la Qualità della Vita, che hanno dato corpo al documento “Cultura Ionica e Beni Culturali” a seguito del quale il prefetto di Taranto ha deciso di aprire un tavolo istituzionale ad hoc.

A conclusione dell’incontro è stata trovata una comunione d’intenti su due obiettivi principali. Il primo verte sulla necessità di varare un nuovo Accordo di programma  tra realtà territoriali (enti locali, Camera di Commercio e associazioni di categoria) e Università, anche in considerazione del fatto che il precedente accordo è scaduto ad ottobre 2013. “Questa volta – spiega Carlucci – sarà fondamentale avere obiettivi e sottoscrivere impegni ben definiti, da parte degli Enti locali e anche da parte dell’Università. E’ noto, infatti, che l’Università di Taranto ha perso due corsi di laurea, Maricoltura e Scienze dei Beni culturali per il Turismo ed è per questo motivo che chiediamo un impegno affinché nei piani di studio dei corsi attuali vi sia una diversificazione di Taranto rispetto a Bari”.

Il secondo obiettivo, invece, punta ad offrire un ruolo importante al settore agroalimentare all’interno dell’offerta formativa universitaria. Agricoltura, agroalimentare e agriturismo sono difatti settori vitali e dinamici dell’economia ionica, come dimostrano i dati appena resi noti dal Rapporto Taranto 2015. “In questa prospettiva – riferisce il prof. Carlucci – si può lavorare molto, anche recuperando un contatto avviato in passato con la facoltà di Agraria”.

Un terreno su cui Confagricoltura Taranto ha già avviato un dialogo fecondo con l’Università di Bari, come dimostra la firma del protocollo d’intesa del 15 giugno scorso, e su cui intende moltiplicare gli sforzi: “Ci stiamo impegnando – spiega Luca Lazzàro – per caratterizzare l’offerta formativa dei corsi dando spazio alle attività economiche in forte crescita, come l’agricoltura e l’agroindustria, in modo da offrire supporto e sbocchi occupazionali ai laureandi dei corsi tarantini. Inoltre, riteniamo opportuno che l’Università qualifichi la sua offerta post lauream attraverso master e dottorati dedicati a questi settori economici”.

Per ridiscutere di questi temi, Confagricoltura e Comitato Qualità della Vita si sono dati appuntamento al forum “La nostra Università per il mio futuro” del 16 settembre prossimo, occasione per fare il punto sull’università e per consegnare pergamene ai neolaureati.

Taranto 29 luglio '15